Chi non ha mai giocato al gioco dell’oca almeno una volta?

Difficile trovare qualcuno che non l’abbia mai fatto in vita sua, soprattutto nell’infanzia. Spesso era uno dei giochi che i bambini trovavano sotto l’albero di Natale.  Ma il gioco dell’oca non è soltanto un gioco da bambini, è molto di più, come descrivono nel loro libro “ Il Gioco dell’oca. Un libro da leggere, da guardare, da giocare”, Silvia Mascheroni e Bianca Tinti ( 1981) che hanno ricostruito la storia ed i vari contesti storici ed ideologici in cui si è originato e sviluppato il gioco, la cui nascita sembra riconducibile addirittura all’assedio di Troia (1250 A.C). Il componimento poetico del 1734, che riportano, incuriosisce per il riferimento ai “misteri” e per la descrizione del gioco: 

Il Gioco dell’oca

 … bel giuoco  dove  son dipinti

misteri per cui l’uomo al ben si sveglia.

Guardate come da due dadi spinti,

passano i giocator secondo i punti,

ponti, pozzi, prigioni e labirinti;

e quando ad ogni ben si credon giunti,

dan nella morte ohimè che via lor porta

ogni speranza nel restar defunti. 

 G.B. Fagiuoli, La Fagiuolaia o Rime facete, Firenze,1734  

“Sessantatré case disposte a spirale, due dadi a guida del cammino, insidie e incontri fortunati distribuiti con ritmo regolare.”  La spirale rappresenta la figura universale dell’eternità ed è un percorso lungo il quale il giocatore procede con fatica verso la fine, la sessantatreesima casa, attraversando varie fasi, le metamorfosi umane, che avverrebbero ogni sette anni dall’infanzia alla vecchiaia. Il tema principale del Gioco dell’oca sarebbe, dunque, il ciclo della vita e le diverse età dell’uomo in un percorso terreno e spirituale. Ecco che il collegamento con il “Gioco della vita” di Duccio Demetrio è inevitabile. Le “case” diventano stimoli per ricordare, scrivere  fatti,  speranze,  sconfitte,  desideri , emozioni che hanno attraversato la nostra vita, in un intricato avvicendarsi di eventi. Giocando, possiamo ripercorrere i tanti episodi  della nostra vita, “cogliendone forse anche una inaspettata bellezza.